martedì 21 gennaio 2014

LA STORIA

LA STORIA DELLA CICLOMETRIA
All’inizio degli anni ’80 la ciclometria, una materia di studio degli eventi aleatori che negli anni si era posta autoritariamente come alternativa alla statistica, attraversava  un periodo di stasi. Si era ai limiti di una crisi, che rischiava di far scomparire per sempre questa meravigliosa disciplina dalle pagine dei periodici specializzati. Fu allora che il grande Domenico Manna ebbe l’idea di "raccontare" a modo suo la  storia ed il metodo della ciclometria mediante una serie di articoli che successivamente sarebbero entrati a loro volta nella storia.
Vincendo le remore di Guido Manfredonia, all’epoca curatore della pagina dedicata al gioco del Lotto del settimanale "Totocorriere", questi articoli trovarono ampio spazio e risalto sulle pagine di questa testata. In breve tempo la ciclometria riacquistò la dignità che le competeva e sulla scorta di questi articoli nacquero e crebbero molti studiosi, alcuni di questi ancora oggi validamente sulla breccia.
Vogliamo onorare la memoria di Mimmo riproducendo integralmente quella storica  serie di articoli, in base alla quale, non diciamo un’eresia, hanno potuto trovare   linfa vitale molti periodici specializzati,  nati negli anni successivi, i quali si reggevano sull’opera dei tanti che si erano avvicinati alla ciclometria leggendo proprio quegli articoli.
Antonio FIACCO e Fabio RUOTOLO
 
CICLOMETRIA (1)
TOTOCORRIERE ha il piacere di presentare ai suoi affezionati lettori il frutto di un lungo ed appassionato studio svolto dal prof. DOMENICO MANNA (meglio conosciuto con lo pseudonimo MANDOM), su di un nuovo metodo di previsione al Lotto che, partendo dal presupposto di considerare i 90 numeri disposti in cerchio su di una circonferenza, prende il nome di CICLO-METRIA. L’esposizione che il Manna fa della teoria ha il tono una lezione facile facile, perché l’autore dimen-tica di essere dietro la cattedra che lo vede tutti i giorni impegnato in una scuola statale, considerandosi tra amici ai quali, per non tediarli, occorre parlare semplicemente. La pubblicazione del lavoro di Mandom mostra la liberalità che anima TOTOCORRIERE, evidenziando ancora una volta che veramente la collaborazione è aperta a tutti.

 

Guido MANFREDONIA
 
 
I novanta numeri del Lotto, con i trentasette (zero compreso) della Roulette, formano una numerazione finita. Per questa ragione, per quanto lunga ed illimitata potrà essere la lista delle estrazioni settima-nali, a meno di una innovazione da parte del Ministero delle Finanze, essa ripeterà con quantità diverse solo i numeri compresi dall’1 al 90. Se disponiamo i novanta numeri in cerchio su di una circonferenza, in ordine crescente ed in senso orario, otteniamo un grande orologio, che indicherà 90 ore, invece delle solite 12. Una volta divisa la circonferenza in novanta parti eguali, come si fa con le ore, possiamo tranquillamente, senza commettere illazioni, oltrepassare il limite 90, ricominciando dall’1. Come infatti è possibile stabilire quante ore intercorrono dalle 9 antimeridiane alle 2 pomeridiane, indicando le 2 con il 14 (2 + 12) ed eseguendo una semplice sottrazione (14 – 9 = 5), così possiamo trovare la distanza in senso orario, p. es. tra i due numeri del Lotto 88 e 23, seguendo lo stesso criterio. Naturalmente, prima di eseguire la sottrazione al numero 23 va aggiunto il 90, che sostituisce il 12 sul grande orologio dei numeri del Lotto: 23 + 90 = 113, 113 – 88 = 25. L’88 dista, dunque, in senso orario 25 dal 23. L’orologio dei 90 numeri (37 per la roulette) e le distanze relative ai numeri disposti in cerchio costi-tuiscono la base della CICLOMETRIA, un nuovo indirizzo di studio dei fenomeni aleatori, che non ha nulla a che vedere con quadrati magici o "maltesi" (il riferimento polemico era diretto al dr. G. Boschero, editore del Corriere dei Giochi, che aveva affermato che la Ciclometria affonda le sue radici nei quadrati magici cinesi e paragonandola ad una specie di "quadrato maltese", nota opera cabalistica. N.d.R.) come arbitrariamente, di recente, è stato scritto. L’idea dell’orologio risale ad un noto cabalista dell’800, il prof. Fedele Davenal, quando nella sua maggiore opera, "L’Armonia Tripla-re", illustrò le famose triple, tanto care ai vecchi cultori della cabala al Lotto. Per la regolarità delle triple di decina, composta ognuna di tre numeri distanziati di 30 in senso orario, Davenal percorreva con l’immagine dell’orologio il concetto basilare della Ciclome-tria. La Ciclometria vera e propria ha avuto inizio più di quindici anni fa sulle pagine del noto mensile romano "Il Calcolo Vincitore" (edi-tori i F.lli Pasini), ormai scomparso. Fondatore di questa moderna discipli-na fu il dott. Fabarri, al secolo l’avvocato FABRIZIO ARRIGONI. Il noto ludologo, tutt’ora sulla breccia, forse rifacendosi all’immagine della Roulette, della quale è un appassionato studioso, con un’ininterrotta serie di articoli, illustrò una nuova tecnica personale per prevedere i futuri estraendi a breve scadenza, mediante le distanze dei numeri usciti e disposti in cerchio come su un grande orologio. I servizi pubblicati, che affascinarono e stupirono non pochi lettori per la novità e l’efficacia dei risultati previsti, furono integrati con maggiori particolari dal dott. Fabarri attraverso un corso per corrispondenza esistente, se non erro, ancora oggi. La fioritura dei seguaci, diretti ed indiretti, del dott. Fabarri alimentò, tra le critiche e le approvazioni, la nuova tecnica previsionale, specialmente quando furono pubblicizzati e commercializzati pronostici e sistemi "miracolosi" che si basavano sulla nuova "scienza". Visto l’atto di nascita e l’antefatto storico della Ciclometria, mediante una rapida carrellata cercheremo di cogliere i momenti più significativi del breve, ma interessante sviluppo del nuovo corso di fare previsioni, cercando di scorgere quella validità scientifica, negata in toto, frettolosamente e con distacco, da molti cultori della statistica dei ritardi, l’unica, per essi, garanzia di attendibilità. Avutane la approvazione, illustreremo qualcuna di quelle tecniche ciclometriche che, con i loro autori, hanno fatto, per così dire, la storia della Ciclometria in questi ultimi anni.
 

DOMENICO MANNA
 

CICLOMETRIA (2)
 
La base operativa della Ciclometria è l’orologio dei 90 numeri, a cui diamo il nome di Orologio Ciclometrico. Esso divide la circonferenza in novanta parti eguali, per cui la corda maggiore, il diametro, spacca l’orologio in due semicirconferenze di quarantacinque parti ciascuna. Ne consegue, perciò, che i diametri uniscono due numeri sulla circonferenza tra i quali intercorre la differenza (o distanza) 45. Tracciando, per esempio, la corda che passa per il centro (il diametro) dal nr. 13, troviamo dall’altra parte il nr. 58 (13 + 45 = 58). Il nr. 13 è detto diametrale del nr. 58 e viceversa. Così per tutte le coppie di numeri tra i quali intercorre la distanza 45. La distanza 45 costituisce la più semplice simmetria riscontrabile in Ciclometria.La simmetria, seguita dagli stessi cultori dei ritardi, è un elemento importantissimo per selezionare le formazioni numeriche più attendibili da prevedere prossime a sortire, in quanto abbassa di molto i massimi teorici riscontrati, invece, per quei numeri presi alla rinfusa. Uno dei segreti essenziali della Ciclometria sta proprio, grazie all’indicazione visiva dell’orologio, nello sfruttare al massimo le simmetrie che si presentano e saperne creare con discernimento altre. Il successo, tranne rarissime eccezioni, è spesso fulmineo. La distanza 45, come vedremo altrove, trova grandissima applicazione nei procedimenti ciclometrici. Ma la distanza 45 traccia la corda maggiore, un segmento, non iscrive ancora un poligono nel cerchio! I poligoni inscritti sono un’altra prerogativa essenziale per i procedimenti ciclometrici. Quelli che presentano maggiori armonie sono naturalmente i poligoni regolari, aventi tutti i lati uguali. Nell’orologio ciclometrico dei 90 numeri sono inscrivibili, mediante le corde di distanza tra numero e numero, i seguenti poligoni regolari: a) Triangolo equilatero; questa figura si ottiene tracciando le corde tra tre numeri, la differenza dei quali, in senso orario, è 30. Poiché 30 x 3 = 90, nel cerchio sono inscrivibili solo 30 triangoli equilateri, quelle terne cioè che contengono uno dei numeri dall’1 al 30. Nell’ordine, il primo triangolo equilatero è formato dai numeri 1-31-61, l’ultimo dai numeri 30-60-90. Ma vi siete accorti che queste terne di numeri non sono altro se non le famose triple di decina, giustamente impostate, il secolo scorso, sull’orologio dei novanta numeri dal prof. Davenal? Ecco provato che la teoria triplare non è poi cabala astrusa, ma che, invece, se correttamente e diligentemente applicata, può fornire risultati notevoli, rispettando quei principi di simmetria risaltati dal disegno ciclometrico. La simmetria, ripeto, è l’elemento principe, se non essenziale, per carpire dal metodo ciclometrico i risultati sperati. A tal proposito, acquista notevole importanza per chi studia la Ciclometria la precisione delle figure iscritte nel cerchio, perché la visione diretta del fenomeno osservato suggerisce spesso soluzioni ottimali, che l’arido calcolo non rivela subito. La Ciclometria non è arte divinatoria (quella lasciamola ai maghi), ma nel campo del possibile e del probabile ha il vantaggio, rispetto ad altri parametri previsionali, di fornire continui elementi di gioco, risolvibili, limitando così il rischio di una perdita considerevole, in pochissimi colpi. Tutto sta all’intuito, all’impostazione precisa. Se poi a tutti i costi si vuole il metodo standard, infallibile, che nulla concede al discernimento dello studioso, si cade inevitabilmente nella pura cabala, portando nel discredito una disciplina che si è rivelata tra le più efficaci nell’arte del prevedere. Ritorniamo ora al triangolo equilatero e troviamo insieme la corretta applicazione per fare dei validi pronostici. I triangoli tesi alla previsione dell’ambata a ruota prefissata, il cui esito avviene in un ristretto numero di colpi. Chiaramente, come già è stato precisato, è assurdo pretendere che esista la formula magica, che sempre e comunque dia il risultato infallibile, però, se si è attenti e perspicaci, i successi saranno frequenti e copiosi, costituendo una buona fonte di modesto, ma costante guadagno. Un elemento ausiliario, ma importante, nei metodi ciclometrici è il sincronismo. Si dicono sincroni quei numeri estratti alla stessa data e allo stesso compartimento (sono sincroni i numeri di una estrazione settimanale). Questo dettaglio ci troverà d’accordo, una volta tanto, con lo statistico studioso dei ritardi, perché egli conosce benissimo l’importanza che assume il sincronismo nell’impostare le previsione, che, desunte da campi di osservazione piccoli e precisati, riducono quasi alla metà i periodi di attesa per lo sfaldamento. Come vedete, la Ciclometria non vuole essere magia e, quindi, cabala, ma un diverso modo di leggere e prevedere i fenomeni aleatori, sempre tenendo conto dei fondamenti della scienza del probabile. Prima ancora del sincronismo, la Ciclometria, tiene conto della base geometrica, che, se limitata a figure regolari ed armoniche, è, dunque, simmetria, altro elemento indiscusso per abbassare, se non annullare, i limiti teorici.
 
DOMENICO MANNA
 
CICLOMETRIA (3)
 
Ora, servendoci di queste due potentissime armi e di altre accortezze che in seguito indicheremo, cerchiamo di sfruttare ciclometricamente i triangoli equilateri inscritti o, se preferite, le triple di decina. Nell’estrazione n. 11 del 14-3-1981 sulla ruota di Bari troviamo i numeri 63 e 33. Tra questi due sincroni (stessa data, stessa ruota) intercorre la distanza 30, cioè un lato di un triangolo equilatero inscritto. Per completare la figura, ovvero per avere la cosiddetta chiusura, bisogna aggiungere il terzo elemento, che ovviamente, in questo caso, è il numero 3 (infatti 3 + 30 = 33; 33 + 30 = 63; 63 + 30 = 93, cioè 93 – 90 = 3). A questo punto è necessario aprire un’altra parentesi importante, per un corretto uso del metodo ciclometrico. Cabalisticamente parlando, gli studiosi del Lotto del secolo scorso, pretesero (vedi "Armonia Triplare" di Davenal, "Teoria Triplare" di Cutillo, "Sulle vie della fortuna" di Dobran, ecc.) che per "legge" triplare, trovati due numeri di una tripla, inevitabilmente, nelle successive estrazioni doveva sortire il terzo numero per chiudere la figura. Nel nostro caso, sarebbe stata certa l’uscita del 3 sulla ruota di Bari! In effetti, il 3 sortì nell’estrazione n. 28 dell’11-7-1981, dopo 17 estrazioni. Niente male, se si considera che il ciclo teorico per un numero è 18 estrazioni. Però le cose non stanno sempre così perché la chiusura triplare, che deve manifestarsi a tutti i costi e, beninteso, in termini brevi (!), è pura cabala. Per far crollare questa fantasia basta prendere in considerazione uno qualsiasi dei "centenari" che spesso capeggiano la graduatoria dei ritardi. Ognuno dei centenari è sempre un vertice di un triangolo equilatero, che nel periodo in cui è maturato il ritardo, non di rado avrà presentato, in sincronismo, gli altri due elementi che avrebbero dovuto determinare quella chiusura, che invece è rimasta aperta. La Ciclometria, più che la chiusura, tiene conto della "rottura" di una figura geometrica. Il triangolo deve essere considerato integro e la rottura, cioè l’uscita, deve essere prevista in uno dei suoi tre elementi, anzi, dato proprio il sincronismo, tra i due noti. Perciò, nel caso, pronostichiamo: Bari, in 6 colpi (ciclo teorico del "3 x 1") per ambata 63-33 e, in appoggio, 3, proprio il numero di chiusura. Al 4° colpo, estr. n. 15, esce il 33; al 6° colpo ancora il 33. Dunque, doppio esito nel ciclo teorico e non con il numero di chiusura. Sulla ruota di Venezia, alla stessa data del 14-3-1981, troviamo i nn. 63 e 33, gli stessi usciti a Bari e, caso raro, negli stessi posti (terzo e quinto). Vi sembrerà ovvio il poter ricavare per Venezia l’identica previsione di Bari? Ecco invece un caso che dà poco affidamento per una buona riuscita e, perciò, da non prendere in considerazione. La Ciclometria non è magia, ma un modo diverso di interpretare la probabilità di uscita di alcuni numeri rispetto a tutti gli altri e, pertanto, non bisogna ignorare i fondamenti sui quali poggia tutta la scienza previsionistica. I nn. 33 e 63 sono, col n. 3 di chiusura, i vertici di un triangolo equilatero inscritto nel cerchio ciclometrico. Formano una figura regolare con tre lati (le distanze) di 30 ed è, perciò, molto improbabile che questo triangolo superi integro il ciclo di frequenza, senza cioè che uno di questi tre numeri, uscendo di nuovo a breve scadenza, non vada a rompere la figura. Ma quale ciclo di frequenza bisogna considerare? Quello futuro o quello passato? La risposta è che bisogna tener conto di entrambi. Se proviamo a capovolgere l’elenco settimanale delle estrazioni e le leggiamo a ritroso nel tempo, troviamo per i numeri estratti, per così dire, all’indietro le stesse leggi di probabilità che riscontriamo nella normale successione temporale. Di conseguenza, se la figura geometrica ha subito la rottura nel ciclo precedente con l’uscita di almeno un numero, s’intende che l’esito s’è avuto nei limiti normalmente previsti e sarebbe poco fondato sperare in una successiva manifestazione di uno dei tre elementi. Se andiamo a leggere a ritroso le estrazioni della ruota di Venezia, troviamo subito, alla settimana precedente, il numero 3 e sei estrazioni prima il 63. Il triangolo della ruota di Venezia si era già ampiamente sgretolato! Il triangolo della ruota di Bari invece non trova rottura addirittura nelle 25 estrazioni precedenti. Un controllo necessario per essere prudenti. Su Venezia avremmo dovuto attendere ben 17 estrazioni per cogliere uno solo dei tre elementi del triangolo, il n. 33, con l’inevitabile perdita della partita. Sia chiaro che non sempre l’uscita di qualche elemento nel ciclo precedente pregiudica in modo perentorio l’esito nel ciclo successivo, però a voler essere coerenti con la teoria delle probabilità e per togliere alla Ciclometria quel carattere di improvvisazione di cui spesso è accusata, è corretto da parte del ricercatore tener conto di tutti quegli accorgimenti in suo possesso, affinché riduca al lumicino le probabilità sfavorevoli e rafforzi invece quelle favorevoli. I casi di Bari e Venezia ne costituiscono un esempio eloquente. Lo zelo diviene, perciò, regola nei procedimenti ciclometrici.
 
CICLOMETRIA (4)
 
Esaminando le prime diciotto estrazioni del 1982 alla ruota di Bari, troviamo che dei trenta "triangoli equilateri" quello formato dai numeri 27-57-87 e dei diciotto "pentagoni regolari" quello composto dai numeri 7-25-43-61-79 non hanno prodotto neppure un estratto. Se eleviamo alla diciottesima potenza la probabilità negativa per la sorte di un solo numero sia del triangolo equilatero che del pentagono regolare e moltiplichiamo i risultati per le rispettive masse (30 per i triangoli e 18 per i pentagoni), otteniamo:
per i triangoli equilateri = 1,132136056
per i pentagoni regolari = 0,09294662
Questi valori indicano che mediamente in diciotto prove da uno a due triangoli e da zero a un pentagono regolare restano completamente assenti. Il rilievo effettuato sulla ruota di Bari ci ha confermato in pieno la teoria. A questo punto tentiamo una sperimentazione, partendo dalla supposizione che queste due figure geometriche, inscritte nel cerchio dei 90 numeri, daranno quasi sicuramente estratti nelle prove immediatamente seguenti, come spesso ci è stato dato di rilevare empiricamente in tanti procedimenti ciclometrici. In più, disponendo in ordine crescente e circolare gli otto numeri e ricavando le rispettive distanze, cerchiamo di individuare quelle simmetrie e quelle armonie che permettono di prevedere altri numeri che andranno a formare il mosaico di una geometria più ampia di quelle che sono sempre rintracciabili nel tessuto estrazionale:

7
25
(27)
43
(57)
61
79
(87)
7

18
2
16   14
4
18
8
10
In parentesi abbiamo indicato i numeri del triangolo equilatero e nel secondo rigo le distanze tra i numeri. Notiamo allora che i numeri 57 e 87 sono intervallati da due numeri del pentagono di distanza 18 (61 e 79) e la stessa cosa avviene tra i numeri 87 e 27 con 7 e 25. E’ notevole che il n. 87 è segnalato due volte, quale punto di intersezione tra i due sottoinsiemi geometrici. Vale la pena perciò, tra i possibili giochi, di prevedere per ambata secca il n. 87. Ora, costruiamo due figure geometriche dai dati reali e da quelli che possiamo ricavare dal gioco delle simmetrie. Proviamo ad invertire le distanze intermedie delle due sequenza di numeri considerati. Facciamo cioè in questo modo:
57 – 4 = 53; 53 – 18 = 35; 35 – 8 = 27;
87 + 8 = 95; 5 + 18 = 23; 23 + 4 = 27;
87 – 10 = 77; 77 – 18 = 59; 59 – 2 = 57;
27 + 2 = 29; 29 + 18 = 47; 47 + 10 = 57;
Con il gioco delle simmetrie abbiamo ottenuto i seguenti nuovi numeri: 53-35-5-23-77-59-29-47.
Come usano fare tanti pronosticatori di ciclometria, che ricavano nuovi numeri da quelli usciti, pronostichiamo anche noi i numeri calcolati, distribuendoli in più bollette a nostra discrezione e secondo le possibilità finanziarie. Ma vediamo gli esiti.
A colpo esce il 27, un elemento del triangolo.
La settimana successiva escono 87-59-23!
Fermiamoci qui e non ci illudiamo. Anzi, ricordiamoci che il nostro è solo un esperimento di "laboratorio". E’ chiaro che non possiamo pretendere di avere gli stessi risultati con altri esempi analoghi, che i gentili lettori stessi potranno rilevare, perché altrimenti dovremmo accettare come assioma scientifico il tentativo sperimentato. Mettiamo dunque da parte i sogni e ritorniamo con i piedi per terra. Abbiamo effettuato un interessante esperimento servendoci e delle nozioni del calcolo delle probabilità e dell’intuizione geometrica, acquisita dalla lunga pratica di studiosi dei fenomeni ciclometrici. Cataloghiamo dunque il caso trattato ed annotiamo le prime deduzioni possibili.
1)E’ possibile dalle figure geometriche non sfaldatesi in un certo periodo fare affidamento su un gioco che si esaurisca in pochi colpi, quando il calcolo teorico conferma l’andamento reale delle combinazioni esaminate.
2)E’ possibile sperare con l’ulteriore sperimentazione di poter fissare in termini di formula la possibilità di costruire con fondatezza geometrie simmetriche per ricavare nuove combinazioni di gioco.
Ecco un saggio di come procedere con metodo in Ciclometria.
 
Domenico MANNA
 
CICLOMETRIA (5)
 
Poiché ci è possibile leggere nel passato, in quanto abbiamo a disposizione quante estrazioni vogliamo, è sempre consigliabile estendere la ricerca a più di un ciclo retrospettivo, semmai ad un ciclo e mezzo, onde veramente limitare ai soli casi eccezionali, molto rari, le possibilità di un insuccesso. Nel caso del triangolo isoscele, pertanto, va esteso fino a nove (6 + 3) estrazioni precedenti. Passiamo ora a trattare la validità della previsione, cioè la durata della nostra partita con il banco. Le partite intraprese con giochi ottenuti dal metodo della Ciclometria, specialmente per quelli che riguardano le ambate, a rigor di logica, durano un ciclo di frequenza teorica e nel caso del triangolo, perciò, 6 estrazioni, giusto un terzo del ciclo di un solo numero. Però, anche per la durata delle previsioni bisogna dover estendere, nel caso di mancata vincita nel ciclo, il gioco di un altro mezzo ciclo, che per il triangolo è di altre 3 estrazioni. Il ciclo di frequenza è pur sempre un dato teorico e, come tale, nella pratica non è perfettamente rigido su determinati limiti, ma è suscettibile bensì a comprensibili scarti. Sembra, perciò, giusto non abbandonare subito il gioco, qualora qualche volta non si sia risolto nel limite teorico. E’ meglio precisare che quanto abbiamo esposto finora sul triangolo equilatero non è la presentazione di un vero e proprio metodo per l’ambata, bensì è il semplice esempio esplicativo della tecnica della Ciclometria. Va da sé che le formulazioni dei pronostici, anche quelli delle ambate, tengono conto di altri importantissimi fattori (strutture numeriche, convergenza di dati desunti da diverse indicazioni etc.) e non si basano rigidamente su formule e figure standard (il che sarebbe cabala), ma trovano sostegno, di volta in volta, su rilievi non sempre eguali, che solo l’esperienza dell’attento studioso sa valutare e classificare nella scala degli eventi probabili. Non bisogna infatti trascurare che nella circonferenza non sono inscrivibili solo i triangoli equilateri, ma anche i triangoli rettangoli ed isosceli, che spesso danno più affidamento degli equilateri, se in essi lo studioso scorge affinità, analogie e convergenze con altre figure geometriche in atto. Quest’argomento sarà maggiormente curato quando tratteremo, in particolare, alcune delle tecniche più interessanti applicate dagli studiosi che correttamente, analizzando i dati rilevati, fanno del metodo ciclometrico un mezzo dinamico per la misurazione del probabile, evitando di fossilizzarsi in un arido cabalismo statico. La seconda figura perfetta inscrivibile nel cerchio dei 90 numeri è il pentagono regolare. Questo poligono consta di cinque lati uguali, rappresentati dalla distanza 18 (90 : 5 = 18). Questa, si potrebbe dire, è la vera Figura Pentagona e non quella che si trova esposta con periodi astrusi tra le vecchie cabale in appendice alle "Smorfie" ed ai "Libri dei sogni". I vertici del pentagono regolare inscritto ci sono dati da cinque numeri distanziati di 18. Inscrivono un pentagono regolare, per esempio, i numeri 4-22-40-58-76 (infatti 4 + 18 = 22; 22 + 18 = 40; 40 + 18 = 58; 58 + 18 = 76; 76 + 18 = 4 perché 94 – 90 = 4). Facciamo ora la riduzione teosofica (cioè il fuori 9) di questi numeri
4 = 4
22 = 2 + 2 = 4
40 = 4 + 0 = 4
58 = 5 + 8 = 13 = 1 + 3 = 4
76 = 7 + 6 = 13 = 1 + 3 = 4
Che abbiamo ottenuto? Cinque numeri di "figura 4". Sapete, infatti, che la figura di un numero è data appunto dal fuori 9 delle cifre che lo compongono. E poiché ogni figura si compone di dieci numeri, cinque pari e cinque dispari, abbiamo ottenuto la semifigura 4. E’ ovvio che le distanze tra i numeri della semifigura 4 dispari inscriveranno nel cerchio un altro pentagono regolare. I 90 numeri del Lotto sono classificati in 9 figure, i numeri di ogni figura inscriveranno due pentagoni regolari perciò nel cerchio ciclometrico sono inscrivibili 18 pentagoni regolari ( 9 x 2 = 18). La figura del pentagono regolare, per la struttura dei numeri che la compongono, è tra le più perfette, la più preziosa, forse, nei metodi della Ciclometria. Lo stesso cultore del calcolo delle probabilità non disconosce il valore della formazione pentagonale, trovando in essa un campo di osservazione ristrettissimo, limitato al campo dei numeri pari o dispari e particolarmente specificati da una somma fuori 9 comune delle cifre che formano la figura. Con il pentagono siamo passati dai tre ai cinque numeri elevando notevolmente la probabilità di rottura del poligono in un tempo abbastanza limitato. Però potete obiettare che il gioco per ambata con cinque numeri, se non proprio impossibile, cela grossi pericoli ed una progressione delle puntate quasi proibitiva. L’osservazione è giusta, perché l’ambata va tentata al massimo su tre numeri e non di più, però, come abbiamo anticipato a conclusione della trattazione del triangolo equilatero, il pentagono ed altre figure geometriche aventi più lati sono tra quegli elementi di confronto e di convergenza di dati, utili allo studioso per la definizione di pronostici altamente attendibili.
 
DOMENICO MANNA

CICLOMETRIA (6)
 
Il pentagono e gli altri poligoni inscrivibili nel cerchio dei 90 numeri aventi maggior numero di lati, non esauriscono la loro funzione a fornire elementi di comparazione per il gioco dell’ambata, ma consentono allo studioso di Ciclometria di poter comporre anche previsioni per la sorte dell’ambo. Naturalmente la ricerca e l’analisi sono molto più complesse e laboriose ed i relativi esiti vincenti trovano la verifica in un tempo maggiore rispetto a quello occorrente per l’ambata, dato il diverso rapporto delle masse e dei cicli di probabilità teorica. Rimandiamo la trattazione dell’ambo alla parte della nostra storia ad esso dedicata, dimostrando l’infondatezza di qualcuno dei cosiddetti metodi d’oro con vincita a colpo o quasi, illustrando qualche buon sistema e, soprattutto, forniremo una dovizia di indicazioni tali da permettere all’appassionato di costruire, sempre nei limiti reali della probabilità, quando si presentano. Con un esempio indichiamo una delle tante tecniche di confronto usate dall’attento studioso della Ciclometria, precisando che non è l’illustrazione di un metodo standard, bensì un parametro da affiancare agli altri per stabilire la maggiore o minore probabilità favorevole di un evento rispetto ad un altro. Sulla ruota di Bari nell’estrazione del 31.1.1981 sortirono i numeri 88 e 34. Questi due numeri rappresentano i due quinti dei vertici di un pentagono regolare inscritto nel cerchio ciclometrico, per la precisione il pentagono della semifigura 7 pari (16-34-52-70-88). L’uscita sincrona dei nn. 88 e 34 delineò la formazione di tutto il poligono, ma non suggerì ancora elementi sufficienti per pronosticare con l’estrazione di un altro numero la rottura del pentagono. Lo studioso, in questo caso, annotò tra la voce "in osservazione" l’evento, in attesa che si verificassero altri elementi che, affiancati ai primi, avvalorassero e concentrassero su determinati punti il pronostico di un evento futuro. Nelle successive due estrazioni non venne estratto alcun numero dei cinque del pentagono in esame, finché nella terza, quella del 31.2.1981, uscirono 16-34-52. Il fenomeno, unito al primo, è notevole. Abbiamo avuto due parti dello stesso pentagono non intervallate da sortite singole, che avrebbero determinato la rottura della figura, e la ripetizione del numero 34. Sono elementi di confronto tali per poter pronosticare almeno un’ambata in pochi colpi. Ma quale? Ragioniamo: nelle estrazioni intermedie c’è stata l’assenza dei numeri di questa figura geometrica, perciò possiamo stabilire che per due volte, nelle estrazioni comprendenti invece i numeri del pentagono, in sincronismo ha preso corpo quasi tutto il pentagono, mancante infatti solo il numero 70. Il numero 34, presente in entrambe le estrazioni, invece di costituire l’elemento di rottura (lo sarebbe stato qualora fosse uscito isolato), deve considerarsi il punto focale del poligono in costruzione. Queste sono prerogative che incoraggiano a prevedere in breve tempo la rottura con l’uscita di almeno un numero tra i cinque, concentrando notevolmente la probabilità su due elementi: il n. 34, che più evidenzia la figura, ed il n. 70, l’elemento mancante. Praticamente, puntiamo sui due estremi, il nero e il bianco, la testa e la coda, i punti più interessanti per opposte ragioni alla costruzione del pentagono. Poiché statisticamente si ha la sortita più frequente dell’elemento noto rispetto a quello mancante (come già è stato osservato nel triangolo equilatero), il pronostico sarà: 34 ambata principale, 70 ambata di recupero. Nell’estrazione del 4.4.1981 a Bari, infatti, uscì il 34, alla sesta estrazione di gioco, ed in quella successiva il n. 70. Degli altri tre numeri neppure l’ombra. Ribadiamo ancora che quanto è stato esposto non costituisce regola fissa, perché nella scienza probabilistica non possono esistere schemi rigidi, ma solo misure variabili della probabilità positiva di un evento, che in Ciclometria risaltano da criteri geometrici. Va da sé che se si fossero manifestati più di una volta qualcuno degli altri tre numeri del pentagono, la probabilità di vedere uscire in pochi colpi il n. 34 o il n. 70 si sarebbe tanto affievolita da sconsigliare il prosieguo del gioco. L’attenta osservazione, invece, in questo caso avrebbe premiato il nostro tentativo, a dimostrazione che più elementi di analisi, comparati diligentemente, mettono lo studioso in condizione di prevedere con molta attendibilità.
 
Domenico MANNA


CICLOMETRIA (7)
Il poligono regolare inscrivibile nel cerchio dei 90 numeri, dopo il pentagono, è l’esagono. Esso si ottiene dalle corde di distanza di sei numeri differenziati di 15 (15 x 6 = 90). Costituiscono ad esempio un esagono i seguenti numeri: 4-19-34-49-64-79. Infatti:
4 + 15 = 19;
19 + 15 = 34;
34 + 15 = 49;
49 + 15 = 64;
64 + 15 = 79;
79 + 15 = 4;
L’esagono regolare inscritto nel cerchio dei 90 numeri è una delle figure particolarmente osservate dagli studiosi della Ciclometria. Esso infatti è un poligono scomponibile in due triangoli equilateri, tracciando le corde di distanza tra un numero sì ed uno no dei sei che rappresentano i vertici dell’esagono. Sia dato, per esempio , l’esagono regolare inscritto formato dai numeri 6-21-36-51-66-81. Poiché tra numero e numero c’è la distanza 15, considerando gli stessi alternativamente, abbiamo due gruppi di tre numeri tra i quali intercorre la distanza 30 (15 + 15) quella, cioè, del triangolo equilatero. Nel caso, i due triangoli sono: 6-36-66 e 21-51-81. Il lettore attento avrà già intuito le virtù, per così dire, ciclometriche dell’esagono regolare, per come esso si presti all’informazione di molti elementi di confronto e di convergenza per poter stabilire geometricamente le varie probabilità dei futuri estraendi. Oltre alla scomposizione in due triangoli equilateri, si noti come ognuno dei sei numeri dell’esagono appartenga a quattro terne di tripla figurale completa. Abbiamo infatti:

  1. 6-21-36;
  2. 6-21-81;
  3. 6-66-36;
  4. 6-66-81;
  5. 51-21-36;
  6. 51-21-81;
  7. 51-66-36;
  8. 51-66-81;


In tutto otto terne complete della tripla figurale 3-6-9. La Ciclometria ci mostra, così, che di cabala ce n’è ben poca, se non proprio nulla, nella triple tanto amate dagli studiosi dell’800, qualora non si pretenda da esse, mediante procedimenti astrusi, divinazioni miracolose. Con le 9 triple possiamo formare un piccolo cerchio ciclometrico, un orologetto, recante nell’ordine i numeri dall’1 al 9, che, nel caso, sostituisce il 90 del grande cerchio:
1 + 3 = 4; 4 + 3 = 7; 7 + 3 = 10 – 9 = 1 è Tripla minima;
2 + 3 = 5; 5 + 3 = 8; 8 + 3 = 11 – 9 = 2 è Tripla media;
3 + 3 = 6; 6 + 3 = 9; 9 + 3 = 12 – 9 = 3 è Tripla minima;
Si è ben lungi dal commettere illazioni o lasciarsi andare in cabalette, ma si ragiona, invece, con la semplice geometria, sapendo che, come constatato dagli stessi cultori dei ritardi, l’ordine, la simmetria e l’armonia delle formazioni numeriche, risaltando il bersaglio in punti ben definiti, limitano di gran lunga i tempi di attesa per lo sfaldamento, che per lo più, nei casi geometrici, avviene nei limiti dei cicli teorici delle combinazioni. Ritornando al nostro esagono regolare, evidenziamo, ammesso che i lettori non l’avessero ancora scorta, un’altra caratteristica di grande importanza. In ogni esagono regolare inscritto abbiamo tre coppie di numeri diametrali, cioè di distanza 45. Per il nostro esempio abbiamo:
6 + 45 = 51;
21 + 45 = 66;
36 + 45 = 81;
La distanza 45, tenuta in gran conto fin dalle vecchie cabale del secolo scorso, ancora oggi la ritroviamo quale "chiave" fondamentale di molti metodi, più o meno buoni, pubblicizzati. Indubbiamente, la distanza 45, essendo il diametro del cerchio dei 90 numeri, rappresenta la simmetria per eccellenza. Il cosiddetto "passaggio 45", così definito il numero diametrale dai vecchi patiti delle cabalette settimanali, ritorna di grande utilità nella classificazione simmetrica degli ambi, se li consideriamo sotto forma di somma e di differenza. Ogni ambo, infatti, può essere indicato con la somma (fuori 90) dei numeri che lo compongono e con la differenza (non superiore a 45) degli stessi. In questo modo, a parte i 45 ambi, formati da due numeri diametrali (1-46; 2-47;…; 45-90), abbiamo sempre due ambi che hanno la stessa somma e la stessa differenza, se, appunto, ad ognuno dei due numeri applichiamo la distanza 45. Il nostro esagono, infatti, ce ne offre un esempio. Ambo 6-21 di somma 27 (21 + 6 = 27) e di differenza 15 (21 – 6 = 15). Applicando ad entrambi la distanza 45, otteniamo un altro ambo avente la stessa somma e la stessa differenza:
6 + 45 = 51
21 + 45 = 66
51 + 66 = 117 – 90 = 27 (somma)
66 – 51 = 15 (differenza)
Anche questo secondo ambo è tra quelli contenuti dal nostro esagono, che, chiaramente, come vedremo, è tra le figure geometriche che più si prestano alla pronosticazione degli ambi mediante metodi ciclometrico. Troviamo infatti altre cinque coppie di ambi con stessa somma e differenza:
6-36 e 51-81 = somma 42 e differenza 30
6-66 e 51-21 = somma 72 e differenza 30
6-81 e 51-36 = somma 87 e differenza 15
21-36 e 66-81 = somma 57 e differenza 15
21-81 e 66-36 = somma 12 e differenza 30
Completano l’utilità dell’esagono per lo studio dell’ambo i tre ambi diametrali 6-51 , 21-66 e 36-81.
 
Domenico MANNA

 
CICLOMETRIA (8)
 
Anche per l’esagono regolare inscritto nel cerchio dei 90 numeri, proponiamo un facile procedimento per la sorte dell’ambata su due numeri. Come per gli altri casi, però, si tratta di un giochetto esplicativo della materia, e non del sistema miracoloso. In seguito, terminata la parte descrittiva della nostra storia della Ciclometria, affronteremo quella teorica, e solo allora ogni metodo ciclometrico troverà il supporto delle formule matematiche applicate alla scienza delle probabilità. Consideriamo un ambo di distanza 15, cioè un lato dell’esagono regolare inscritto. Nell’estrazione n. 15 dell’11 Aprile 1981, sulla ruota di Napoli, troviamo l’ambo 4-79, di distanza 15 (90 + 4 = 94 – 15 = 79). Ora, se aggiungiamo 15 al n. 4 e lo sottraiamo dal n. 79, otteniamo due numeri di distanza 45, cioè due diametrali (4 + 15 = 19 e 79 – 15 = 64). I nn. 19 e 64 sono diametrali, perché tra loro intercorre la distanza 45, quella che nell’"orologio ciclometrico" rappresenta il diametro. I nn. 19 e 64 fanno parte, poi, dell’esagono regolare inscritto, formato dai nn. 4-19-34-49-64-79 e sono, infine, in questo poligono i diametrali simmetrici ai nn. 4 e 79, cioè quelli base. Per il meraviglioso gioco delle simmetrie, che tanta importanza ha nelle previsioni geometriche, prevediamo la possibile rottura dell’esagono in uno dei due punti diametrali calcolati (19 e 64), nello spazio di 9 estrazioni, se non c’è stato esito precedente. Il n. 64 esce, infatti, al 3° colpo, nell’estrazione n. 18 del 2 maggio 1981. Gli stessi accorgimenti adottati per i metodi esplicativi precedenti, valgono anche per questo, tenendo presente che la previsione acquista maggiore probabilità di riuscita, specialmente se formata dalla convergenza di più elementi di confronto, valutati dall’esperto studioso. Il poligono regolare inscrivibile nel cerchio dei 90 numeri, dopo l’esagono, è l’ennagono, nove lati di misura 10 (10 x 9 = 90). Come è facile intuire, gli ennagoni regolari sono formati da nove numeri con la stessa finale (cadenza). Nove sono, appunto, gli ennagoni regolari inscrivibili nell’orologio ciclometrico, cioè le 9 cadenze complete. Non scopriamo niente di nuovo nell’indicare l’utilità selettiva nella formulazione dei pronostici, che ci viene offerta da una serie di numeri aventi la stessa cadenza, quando lo stesso amante delle statistiche ne fa continuamente uso. La visione geometrica offertaci dalla Ciclometria, ci indica come ogni ennagono è scomponibile in tre triangoli equilateri, considerando i numeri di un ennagono, nell’ordine, uno sì e due no. La "cadenza" 7, infatti (7-17-27-37-47-57-67-77-87), ritrascritta come prima abbiamo suggerito, presenta, di seguito, tre triangoli equilateri (7-37-67, 17-47-77 e 27-57-87), appartenenti rispettivamente agli ordini figurali 1-4-7, 2-5-8, 3-6-9 e per le decine 3-6-9, 1-4-7, 2-5-8 considerando il 7 come 97. Questi elementi sono sufficienti per indicare l’ennagono regolare inscritto tra i poligoni più utili nelle valutazioni e nei confronti dei metodi ciclometrici. Non illustriamo, come abbiamo fatto per le figure inscritte precedenti, il solito giochetto-metodo per l’ambata perché esso richiamerebbe, per esteso e quindi controproducente, il metodo del triangolo equilatero applicato tre volte, ma per gli amatori del gioco dell’ambo sull’intera cadenza, suggeriamo di tentare una cadenza per l’ambo, per tre-quattro estrazioni, tutte le volte che (caso poco frequente, ma non raro) sia stata estratta una quaterna in cadenza, la stessa che si porrà in gioco, qualora, naturalmente, l’esito non è stato retroattivo, cioè tre o quattro estrazioni prima. Dopo l’ennagono, nel cerchio dei 90 numeri troviamo il decagono regolare, dieci lati di misura 9 (9 x 10 = 90). Chiaramente esso non è altro che l’intera serie di una delle nove figure, e nove infatti sono i decagoni regolari inscrivibili. Anche qui ci troviamo di fronte ad un poligono composto, perché, come avrete già intuito, ogni decagono è formato da due pentagoni regolari, i due, cioè, che indicano, separatamente, la parte pari e quella dispari della stessa serie figurale. Come per l’ennagono, valgono le stesse indicazioni e, rimandando un più approfondito esame delle figure composte alla parte che vaglierà la possibilità dell’ambo, anche per il decagono suggeriamo ai giocatori sistemisti di tentare la sorte dell’ambo in figura, per pochi colpi, qualora la stessa abbia dato la quaterna e l’esito dell’ambo non sia già avuto nelle immediate estrazioni precedenti. Solo per completezza, perché le stesse risulterebbero dispersive ai fini di una pronosticazione, indichiamo nell’ordine le altre figure regolari inscrivibili nell’"orologio ciclometrico":
n° 6 poligoni di 15 lati di distanza 6;
n° 5 poligoni di 18 lati di distanza 5;
n° 3 poligoni di 30 lati di distanza 3;
n° 2 poligoni di 45 lati di distanza 2;
n° 1 poligoni di 90 lati di distanza 1;
 
Domenico MANNA
CICLOMETRIA (9)
Nella prima metà degli anni settanta, il famoso studioso Leontino Gorgia meravigliò i lettori de "Il Giornale del Lotto" (l’attuale "Il Nuovo Giornale del Lotto", edito in Milano dalla SEAM), quando sulle colonne di questo periodico presentò una serie di previsioni, vincenti in pochi colpi, ricavate da una particolare tecnica, definita dallo stesso autore: "Gruppi Circolari". Si trattava di cinque o sei numeri al massimo, che davano, quasi sempre nel limite di cinque prove, su una o due ruota stabilite, la vincita dell’ambata tra due numeri preselezionati, e, elevando gli stessi a capigioco contro gli altri del gruppo, spesso si vinceva anche l’ambo. Cosa erano i "Gruppi Circolari"? Un modo originale di applicare i principi della simmetria, che è il sostegno di tutti i procedimenti ciclometrici. Con grande intuito, Leontino Gorgia, dalla simmetria e dall’armonia presenti settimanalmente tra gli estratti di alcune ruote, sviluppava tanti piccoli cerchi ciclometrici, nei quali evidenziava simmetrie di somme o di differenze nelle sequenze numeriche, fino a rintracciare quelle convergenze su punti di una geometria evolvente e, quindi, suscettibile di un rapido sfaldamento. Il noto studioso, inesauribile e completo nel trattare il gioco del Lotto secondo i più rigidi crismi matematici del calcolo delle probabilità, volle sapientemente, dall’alto della sua esperienza di lottologo, non solo aderire al "nuovo corso" di studiare il Lotto, ma con i "Gruppi Circolari" decretò, per primo, che la Ciclometria non si esauriva in modelli statici e tutti eguali, bensì che trovava la sua validità proprio nella dinamica delle impostazioni suggerite, settimanalmente, dall’attualità simmetrica dei numeri estratti. L’autore non spiegò mai esplicitamente le tecniche per la scelta e la composizione di questi gruppi numerici, non per farne mistero, ma per la quasi impossibilità di poter illustrare in poche battute una vasta gamma di situazioni casuali, che solo lo studioso era in grado di cogliere personalmente, di volta in volta, ogni settimana. La Ciclometria per Gorgia era, giustamente, sviluppo e movimento entro schemi geometrici, la precisione dei quali veniva con discernimento costruita dallo studioso. Tale criterio, come vedremo, è stato brillantemente illustrato ed applicato dal geometra Ciro Vitale nel suo lavoro che porta il titolo di "Ciclos". Ritornando ai "Gruppi Circolari", riportiamo parte di un articolo dello stesso Leontino Gorgia, apparso su "Il Giornale del Lotto" del mese di maggio 1973:
"Non esiste una regola fissa e sistematica che vale per tutti i casi, perché la ricerca dell’equidistanza è un fatto che si riferisce esclusivamente alla situazione che in una data ruota si viene a creare in un preciso momento. E, poi, non si tratta neppure di vere e proprie equidistanze, ma di parametri che vanno scelti ed applicati con un certo criterio, anche un po’ scientifico, basato sulla simmetria. Perché noi siamo convinti che proprio la simmetria regge l’andamento estrazionale dei novanta numeri del Lotto, una simmetria che può trovare riferimento anche nel ritardo, nel compenso e nella frequenza".
 
Così il nostro Gorgia indicava che il segreto dell’azzardo si fonda sulle regolarità simmetriche desumibili dalle geometrie, che solo una numerazione chiusa e circolare, quindi ciclometrica, può offrire allo studioso. Invitiamo, perciò, attraverso queste colonne, l’amico Leontino Gorgia a riprendere le sue valide teorie sui "Gruppi Circolari" ed a divulgarle con nuove e feconde applicazioni. Anzi, voglia egli impartirci qualche "lezioncina" con la chiarezza che da sempre contraddistingue i suoi importanti scritti. Non ci resta che proporre una nostra creazione, ispirata ai "Gruppi Circolari", chiedendo scusa a Gorgia se non è ortodossa delle sue vere tecniche. Dal quadro estrazionale n° 15 dell’11 aprile 1981 rileviamo che il n° 23 viene estratto in tre ruote: Cagliari, Genova e Napoli. Applicando le distanze che questo numero ha dagli altri estratti, notiamo che il n° 23, in senso orario, sulla ruota di Cagliari, dista 52 dal n° 75 (75 – 23 = 52) e, sempre in senso orario, sulla ruota di Napoli, dista 71 dal n° 4 (4 + 90 = 94 – 23 = 71). La distanza dal 75 è doppia di quella dal n° 4 (71 + 71 = 142 – 90 = 52). Ora se disponiamo una progressione di più 52 su Cagliari e di più 71 su Napoli, troviamo, ovviamente, dei numeri uguali:
CA: 23-75 è 75 + 52 = 37 è 37 + 52 = 89 è 89 + 52 = 51 è 51 + 52 = 13 è 13 + 52 = 65;
NA: 23- 4 è 4 + 71 = 75 è 75 + 71 = 56 è56 + 71 = 37 è 37 + 71 = 18 è 18 + 71 = 89;
Fermando la sequenza a cinque numeri per ruota, troviamo, evidenziati, due numeri eguali: il 37 e l’89. Dopo cinque settimane di gioco troviamo a Cagliari l’ambo 89-75. In effetti abbiamo elevato a capigioco contro gli altri le ambate preselezionate (i nn. 37 e 89).
 
Domenico MANNA
 
CICLOMETRIA (10)
Nel servizio precedente abbiamo trattato i "Gruppi Circolari" del noto lottologo Leontino Gorgia, un’originale impostazione della Ciclometria, che mediante le varie simmetrie deducibili settimanalmente dall’attualità numerica di ognuna delle dieci ruote, permette allo studioso di costruire serie di numeri aventi in comune punti di convergenza suscettibili a rapidi sfaldamenti.
Trattandosi di tecniche variabili di volta in volta, perché intuite e costruite al momento secondo criteri personalissimi dello studioso, non ci fu possibile indicare come operava Leontino Gorgia, ma invitammo lo stesso a farci conoscere qualcosa di più, impartendoci, semmai, qualche piccola lezione sui suoi preziosissimi "Gruppi Circolari". Ci limitammo, invece, partendo dai presupposti generali indicati dallo stesso Gorgia, a proporre una nostra creazione, ispirata ai "Gruppi Circolari". Pur non essendo la tecnica originale dell’inventore, i risultati conseguiti con la nostra interpretazione ci hanno sbalorditi al punto che ci è doveroso ritornare sull’esempio, perché lo spazio a disposizione non ci consentì di completare l’elencazione dei brillanti esiti e di trarne le debite considerazioni.
L’esempio si riferiva ad una simmetria costruita sul numero 23, estratto l’11 aprile 1981 sia a Cagliari che a Napoli. A Cagliari il n. 23 uscì con il n. 75 dal quale dista, in senso orario, 52 ed a Napoli con il n. 4 dal quale dista, sempre in senso orario 71. Poiché la distanza 52 è doppia della distanza 71 (71 + 71 = 142 – 90 = 52), incrementando ogni coppia della medesima distanza base, otteniamo due serie di numeri nelle quali troviamo dei punti di convergenza. A Cagliari, infatti, con il più 52 abbiamo:
 
CA: 23-75 è 75 + 52 = 37 è 37 + 52 = 89 è 89 + 52 = 51 è 51 + 52 = 13 è 13 + 52 = 65;
 
ed a Napoli, con il più 71:
 
NA: 23- 4 è 4 + 71 = 75 è 75 + 71 = 56 è 56 + 71 = 37 è 37 + 71 = 18 è 18 + 71 = 89;
 
In rosso abbiamo i punti di convergenza, cioè i numeri in comune: 37-89. Indicando questi due per il gioco dell’ambata e come capigioco per ambo contro altri della serie abbiamo, dopo 5 estrazioni l’ambata 37 a Napoli e l’ambo secco 89-75 a Cagliari. Qui terminava il servizio precedente, ma c’è dell’altro.
Proviamo, ora, a considerare la distanza antioraria, che, naturalmente, è quella complementare a 90. Il n. 23 dista dal n. 75, in senso antirorario, 38 (23 + 90 = 113 – 75 = 38) e dal n. 4, sempre in senso antiorario, 19 (23 – 4 = 19). Nel modo analogo delle serie di numeri costruite con l’incremento della distanza di senso orario, costruiamo due serie con l’incremento della distanza di senso antiorario, partendo, naturalmente, questa volta dai nn. 75 e 4:
 
CA: 75-23 (+38) è 23 + 38 = 61 è 61 + 38 = 9 è 9 + 38 = 47 è 47 + 38 = 85 è 85 + 38 = 33;
 
NA: 4-23 (+19) è 23 + 19 = 42 è 42 + 19 = 61 è 61 + 19 = 80 è 80 + 19 = 9 è 9 + 19 = 28;
 
A Cagliari, a colpo, esce l’ambata 9, e facciamo notare come essa si sia abbinata al 23 (numero base). A Napoli, al 4° colpo, esce l’altra ambata 61. Al 5° a Cagliari esce di nuovo il 9, questa volta abbinandosi al 75 (altro numero base…). Infine, all’8° colpo escono a Cagliari 9 e 85!
Notiamo poi che i quattro numeri di convergenza, i due della serie in senso orario ed i due della serie in senso antiorario, posti sulla circonferenza ciclometrica, mediante le corde di distanza, vanno ad inscrivere nel cerchio un trapezio isoscele, avente i due lati obliqui uguali. Abbiamo, infatti:
Ultima considerazione, ovviamente, c’è data dalla somma comune alle due basi del trapezio:
89 + 9 = 8 e 61+37 = 8
Come si vede, la Ciclometria non si fonda soltanto sulle figure regolari inscritte, ma anche su quelle che presentano importanti armonie, come il trapezio isoscele, e perciò da noi definite "figure armoniche". Ma per la trattazione dettagliata di queste e dei svariati metodi inventati da diversi studiosi vi rimandiamo ai servizi successivi.
Proviamo allora a mettere in gioco i quattro numeri del trapezio isoscele del nostro esempio per la sorte dell’ambo. A Cagliari, dopo cinque estrazioni, troviamo appunto l’ambo 89-9 (facciamo notare ancora il "ritorno" del 75…).
Chiaramente non bisogna credere di aver trovato il metodo infallibile, ma abbiamo indicato un efficace sistema, ispirato ai "Gruppi Circolari" del grande Leontino Gorgia, che, se ben ponderato e confortato da ulteriori accorgimenti, come il controllo retroattivo e da analisi squisitamente personali, come lo stesso Gorgia insegna, non sarà avaro di soddisfazioni ed anche frequenti.
Un’ultima considerazione:
i metodi ciclometrici non sono rigidi, ma variano secondo
 
 
la dinamica della successione settimanale dei numeri.
 
Domenico MANNA
 
 
-CICLOMETRIA (11)-
Nei servizi precedenti abbiamo mostrato come il segreto dei copiosi esiti vincenti delle previsioni ricavate da impostazioni ciclometriche, stia in una geometria quanto più possibile precisa.
Il noto Leontino Gorgia con i suoi "Gruppi Circolari" c’indicò altresì la possibilità da parte dello studioso di dare alle serie numeriche estratte, in particolari casi, con sapiente tocco personale le geometrie necessarie a formulare egualmente pronostici validi e, spesso, più perentori negli esiti di quelli ricavati dalle formazioni di numeri già disposti casualmente nelle estrazioni con una certa geometria.
Prima di passare, perciò, alla seconda parte della nostra storia della Ciclometria con l’illustrazione dei poligoni inscritti che, pur non essendo regolari, presentano interessanti simmetrie ed alla trattazione di qualche metodo ad esse inerente, ci occupiamo, ora, del lavoro del geom. Ciro Vitale, specialmente del suo ultimo fascicolo, "Ciclos", perché, come anticipammo, sviluppa ampiamente il concetto della dinamica dei modelli ciclometrici intravista nei "Gruppi Circolari" del Gorgia.
Solo pochi anni fa il geom. Ciro Vitale ha volto i suoi interessi di studioso alla Ciclometria, attratto dalla geometria (suo pane quotidiano) intravista nei lavori, vecchi e nuovi, sulla materia, avuti in copia dal sottoscritto. Ebbene, possiamo dire che l’ultimo arrivato, grazie all’abilità derivatagli soprattutto dalla sua professione, in poco tempo ha bruciato le tappe, imponendosi, oggi, tra i più seri ed autorevoli studiosi della Ciclometria, alla quale ha apportato anche interessanti innovazioni.
Proprio di queste innovazioni vogliamo mettervi al corrente, ritenendo le stesse idonee a coprire un posto di rilievo nello sviluppo della Ciclometria.
L’innovazione numero uno consiste nel corredare ogni suo lavoro con gli strumenti necessari alla precisa e rapida applicazione della materia per coloro i quali vengono in possesso dei suoi fascicoli.
Per la prima volta, lo studioso che si fornisce del materiale del geom. Vitale, viene in possesso di stampati che riproducono con grande precisione l’"orologio ciclometrico" dei 90 numeri. E’ un mezzo determinante ed indispensabile per costruire, leggere, capire e sviluppare senza possibilità di errori una materia sempre ricca di applicazioni.
Altro corredo molto utile è il distanziometro. Esso consiste in uno stampato concepito per offrire settimanalmente allo studioso la possibilità di racchiudere in un grande quadro i dati di tutte le distanze dei numeri estratti nei dieci compartimenti.
Ma passiamo alla novità in materia di studio, quella racchiusa nelle pagine di Ciclos.
Se è vero che il successo della previsione ciclometrica è direttamente proporzionale alla precisione delle geometrie offerte dalle distanze dei numeri, con "Ciclos" il geom. Vitale tenta, come già aveva fatto il Gorgia con i Gruppi Circolari, con dovizia di disegni di alta precisione di dare ai gruppi numerici esaminati quegli utili correttivi geometrici, affinché ne risulti un poligono per quanto possibile quasi regolare o, comunque, vengano stabilite precise simmetrie tra i numeri segnalati sul cerchio ciclometrico.
E’ un lavoro nuovo e brillante, specialmente per quanto riguarda le grandi illustrazioni.
Anche in questo caso non abbiamo un metodo standard, ma una varietà di applicazioni e di suggerimenti, una vera miniera dalla quale lo stesso lettore può trarre con studi personali nuove ed utili notizie.
Non possiamo per ovvie ragioni fornirvi tutto il contenuto di "Ciclos", ma, autorizzati dall’autore, vi mostriamo un facile esempio. A pagina 19 del fascicolo troviamo marcati sul cerchio ciclometrico ivi disegnati i numeri 40-47-59-66, estratti sulla ruota di Roma il 26 maggio 1979. L’autore fa notare come tra questi numeri, presi i primi due e poi i secondi, c’è la distanza 7 (40 – 40 = 7 e 66 – 59 = 7).
Tracciate le corde di distanza si va ad inscrivere nel lato basso del cerchio un piccolo trapezio isoscele, lasciando, a vista d’occhio, tutto il resto del cerchio sguarnito, invitando istintivamente il disegnatore a tracciarvi qualcosa in armonia a quello che già c’è.
Si nota subito che è possibile tracciare un diametro che intersechi giusto alla metà le corde che fanno da base minore e maggiore del trapezio. Il segmento, infatti, che unisce i nn. 8 e 53 (diametrali) tagliano a metà le corde 40-66 (distanza 26) e 47-59 (distanza 12). Unendo, poi, i vertici costituiti dai nn. 66-8-40 otteniamo un triangolo isoscele nei lati 66-8 e 8-40, entrambi di distanza 32:
In questi casi, fa osservare il geom. Vitale, bisogna giocare l’ambata a ruota con i numeri diametrali ottenuti e l’ambo secco con gli stessi per Tutte, avendo riscontrato frequenti esiti vincenti. Nel caso abbiamo 8-53 a colpo su Tutte e 53 a Roma alla IV prova.
Domenico MANNA
 COMMENTO
Per questo articolo ci permettiamo di aggiungere un nostro breve commento. Il motivo è molto semplice, dal momento che negli ultimi anni si è assistito alla nascita di tanti presunti scienziati di Ciclometria, i quali non hanno fatto altro che scopiazzare l’opera del grande Ciro Vitale in merito ai giochi di chiusura delle figure geometriche inscritte. Basta osservare anche solo questo semplicissimo esempio per rendersene conto. Meditate.
Ah, se fosse ancora vivo il buon Ciro…
Antonio FIACCO 
 
 
 
 
 





 
 
 
 
 

 
 
 
 

 

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